domenica 27 settembre 2009

Opinioni:"Proporzione algebrica sulla famiglia "di Terzostato

Oggi niente copia e incolla da altri siti o da altri giornali. Oggi propongo una semplice proporzione algebrica, per intenderci, del tipo 18 : 9 = x : y. Prima, però, devo definire le variabili, e dare conto dei buffi rapporti che istituirò fra di esse. In realtà non dovrò spendere molte parole sul primo: Islam e patriarcato. Sono pieni i giornali, di destra e di sinistra, e le televisioni, di destra e di destra, della recente drammatica vicenda di una ragazza musulmana uccisa dal padre perché fidanzata con un italiano non musulmano. Ieri una puntata di TV7 (ed è questo che mi ha autorizzato a istituire un rapporto di tipo matematico) si è occupata anche di molti altri casi di famiglie simili, che avevano in comune tutti la fede islamica e il patriarcato nell'accezione meno "neutra" del termine, e cioè esercitato con mezzi coercitivi e violenti. Ecco dunque già bell'e fatto (non da me, ma dai media) il primo rapporto: Islam = patriarcato. In realtà (se ne saranno accorti i miei ventiquattro lettori - se avessi detto venticinque avrei peccato di immodestia - bravi in matematica) questo non è affatto un rapporto, ma un'equazione. Già sento le proteste: è un'equazione dei media, non è vera, eccetera. Per verificare se è vera o meno, in algebra ogni equazione va messa in rapporto con almeno un'altra equazione: così 18 = 18 : 9 = 9. Se il risultato di tale rapporto, che è 2, è comune alle due equazioni, la prima equazione è verificata, dunque si può scrivere la proporzione 18 : 9 = 18 : 9, che si legge diciotto sta a nove come diciotto sta a nove. Tutti sanno che algebricamente finora non ho detto nulla che vada oltre la semplice riproposizione di due uguaglianze già note (18 = 18 e 9 = 9): per essere interessante, una proporzione deve avere quattro variabili diverse, del tipo x : y = z : w. Torniamo all'Islam e al patriarcato: i termini mediatici erano quelli dell'equazione, del tipo Islam = patriarcato. Dunque 18 = 18. Ma ognuno si avvede che Islam = patriarcato non è un'equazione così evidente come 18 = 18. Algebricamente, per provare che Islam = patriarcato non basta dire che Islam sta a Islam come patriarcato sta a patriarcato: sarei incorso nella medesima riproposizione di due uguaglianze già note del tipo 18 : 18 = 9 : 9. Se ora provassi a scrivere l'equazione che risulterebbe da TV7, essa sarebbe Islam = patriarcato: tradotto in termini algebrici, 18 = 9. Equazione non verificabile, dunque falsa. Sento già le proteste della RAI: noi non intendevamo dire (ma lo abbiamo detto) che Islam sia uguale a patriarcato, ma denunciare che in molte famiglie islamiche c'è il patriarcato.LEGGI TUTTO

venerdì 25 settembre 2009

Economia: "Pronto chi paga?"

Monrovia, Liberia (Finbarr O'Reilly, Reuters/Contrasto)
Monrovia, Liberia (Finbarr O'Reilly, Reuters/Contrasto)

“È nato come un gadget per ricchi yuppies, ma nel giro di pochi anni il telefonino potrebbe affermarsi come un potente strumento di sviluppo per i paesi più poveri del pianeta”, scrive l’Economist. Il cellulare, infatti, è la tecnologia ideale per le aree con gravi carenze infrastrutturali.

Strade in dissesto e servizi postali inefficienti non favoriscono certo la circolazione dei beni e delle informazioni, un elemento essenziale per il funzionamento dei mercati e delle aziende. A questi problemi si può rimediare con il telefonino, che oggi permette di trasferire denaro con la stessa velocità con cui viaggia un sms.

Nei paesi poveri il classico negozio sotto casa funziona spesso come una banca: le persone comprano lì le ricariche per il cellulare e il negoziante accredita l’importo sul loro “conto mobile”, che permette con un semplice sms di trasferire denaro ad altri utenti a loro volta titolari di un conto simile.

Questi strumenti sono in rapida diffusione nei paesi in via di sviluppo, dove ci sono tre quarti degli oltre quattro miliardi di telefonini presenti nel mondo. E dove molte persone non hanno accesso a conti bancari tradizionali.

L’uso del cellulare ha già un impatto diretto sulla crescita economica: secondo la Banca mondiale, in un paese in via di sviluppo la presenza di almeno dieci nuovi cellulari ogni cento persone garantisce in media una crescita del pil dello 0,8 per cento(fonte internazionale.it)

domenica 20 settembre 2009

Appello dell'Osce a Berlusconi "Ritiri le querele ai giornali"

VIENNA - L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa chiede a Silvio Berlusconi di ritirare le querele per diffamazione contro
la Repubblica e l'Unità. In una nota, il rappresentante dell'Ocse per la libertà di stampa, Miklos Haraszti, si dice preoccupato per l'azione legale intrapresa da un premier di centrodestra, considerato anche l'uomo più ricco d'Italia, contro due giornali di sinistra. E si dice preoccupato per i tre milioni di euro di danni chiesti con quell'azione legale.
A proposito delle dieci domande di Repubblica a Berlusconi, il rappresentante dell'Osce afferma: "Fare continuamente domande, anche se di parte, è uno strumento della funzione correttiva dei media. Il diritto di informazione del pubblico include inevitabilmente il diritto dei media a fare domande. I dirigenti politici devono accettare un livello di critica più alto rispetto agli altri cittadini a causa delle funzioni che ricoprono", secondo i principi giuridici su cui si basa la Corte europea per i diritti dell'uomo.
Oltre che ai due giornali italiani, Berlusconi ha annunciato azioni giudiziarie contro il quotidiano spagnolo El Pais e il settimanale francese Le Nouvel Observateur.(fonte repubblica.it)

giovedì 17 settembre 2009

Notizie:C'era una volta la libertà di informazione in Rete di Guido Scorza

Roma - Il 14 settembre scorso è stato assegnato alla Commissione Giustizia della Camera un disegno di legge a firma degli Onorevoli Pecorella e Costa attraverso il quale si manifesta l'intenzione di rendere integralmente applicabile a tutti i "siti internet aventi natura editoriale" l'attuale disciplina sulla stampa.

Sono bastati 101 caratteri, spazi inclusi, all'On. Pecorella per surclassare il Ministro Alfano che, prima dell'estate, aveva inserito nel DDL intercettazioni una disposizione volta ad estendere a tutti i "siti informatici" l'obbligo di rettifica previsto nella vecchia legge sulla stampa e salire, così, sulla cima più alta dell'Olimpo dei parlamentari italiani che minacciano - per scarsa conoscenza del fenomeno o tecnofobia - la libertà di comunicazione delle informazioni ed opinioni così come sancita all'art. 11 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino e all'art. 21 della Costituzione. Con una previsione di straordinaria sintesi e, ad un tempo, destinata - se approvata - a modificare, per sempre, il livello di libertà di informazione in Rete, infatti, l'On. Pecorella intende aggiungere un comma all'art. 1 della Legge sulla stampa - la legge n. 47 dell'8 febbraio 1948, scritta dalla stessa Assemblea Costituente - attraverso il quale prevedere che l'intera disciplina sulla stampa debba trovare applicazione anche "ai siti internet aventi natura editoriale".

Si tratta di un autentico terremoto nella disciplina della materia che travolge d'un colpo questioni che impegnano da anni gli addetti ai lavori in relazione alle condizioni ed ai limiti ai quali considerare applicabile la preistorica legge sulla stampa anche alle nuove forme di diffusione delle informazioni in Rete.
Ma andiamo con ordine.LEGGI TUTTO

lunedì 14 settembre 2009

Notizie:Immigrati, l'Onu attacca l'Italia 'Respingimenti violano diritti umani'

L'alto commissario per i diritti umani denuncia le politiche che violano il diritto internazionale Navi Pillay cita la strage degli eritrei: "Bisogna prima verificare se fuggono da persecuzioni"

GINEVRA - L'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, denuncia le politiche nei confronti degli immigrati, "abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale".
In un discorso previsto per domani e anticipato a Ginevra, la Pillay cita il caso del gommone di eritrei rimasto senza soccorsi tra la Libia, Malta e Italia, ad agosto. E spiega che "in molti casi, le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi".

"La pratica della detenzione dei migranti irregolari, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei controlli delle frontiere deve cessare - aggiunge Pillay - . Oggi, partendo dal presupposto che le imbarcazioni in difficoltà trasportano migranti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche d'aiuto, in violazione del diritto internazionale. In molti casi - aggiunge l'Alto Commissario per i diritti umani - , le autorità respingono questi migranti e li lasciano affrontare stenti e pericoli, se non la morte, come se stessero respingendo barche cariche di rifiuti pericolosi". L'Alto commissario cita in proposito la situazione nel Mediterraneo, nel Golfo di Aden, nei Caraibi e nell'Oceano indiano.

L'Italia discrimina i Rom - "I rom in Italia subiscono trattamenti degradanti". Nel testo dell'intervento inaugurale alla dodicesima sessione del Consiglio dell'Onu, Navi Pillay scrive che "in Italia c'è stata un'abbondante documentazione di discriminazione e trattamente degradanti nei confronti della popolazione Rom". Oltre all'Italia, la Pillay menziona l'Ungheria, la Slovacchia e la Bulgaria, paesi in cui è ancora molto forte il sentimento anti-rom. "Sono consapevole degli sforzi in buona fede per affrontare il problema, ma deve essere fatto di più per porre fine a questa discriminazione", afferma Pillay.
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sabato 12 settembre 2009

Notizie:" Attentato incendiario al direttore di Terra Nostra

Dopo una minaccia di morte di stampo mafioso, alle 00.45 del 2 luglio un attentato incendiario ha distrutto l’automobile (non assicurata contro gli incendi) del direttore di Terra Nostra. Il giornalista Gianni Lannes si batte da anni per la legalità e la giustizia, contro le mafie d’ogni latitudine. Si teme per la sua vita. Stamani il deputato Leoluca Orlando ha sollecitato il Governo ed il prefetto di Foggia, Nunziante, ad assicurare protezione al temerario cronista. Lo stesso Orlando h presentato sul caso un’interrogazione parlamentare al presidente del consiglio dei ministri ed al ministro dell’Interno. Informazioni ulteriori sul sito: Terra Nostra

Il "Ringraziamento "di Gianni Lannes potete leggerlo Qui






mercoledì 9 settembre 2009

Medicina:Da una sperimentazione sui topi :"Niente sindrome feto-alcolica col vino rosso"

Uno studio mostra come i topini esposti in fase fetale all'etanolo abbiano l'ippocampo e altre aree cerebrali compromesse, ma non nel caso in cui le madri abbiano assunto solo vino rosso Com'è noto, il consumo di alcol da parte delle gestanti è un grave fattore di rischio per la salute del nascituro: l'etanolo presente nelle bevande alcoliche infatti può attraversare la placenta determinando una compromissione della crescita del feto e danni permanenti al suo sistema nervoso centrale.

Un interessante risultato in questo campo viene ora da una ricerca sui topi dall’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Inmm-Cnr), in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e il Centro alcologico della Regione Lazio che, oltre a confermare ancora una volta l'effetto nocivo dell'alcol, ha mostrato come nel caso di assunzione di vino rosso i suoi caratteristici componenti, polifenoli e antociani, ne limitano l'effetto tossico.

“Abbiamo creato in laboratorio un modello della sindrome feto-alcolica”, ha spiegato Marco Fiore, dell’Inmm-Cnr, “in topi esposti durante la gravidanza e l’allattamento all’etanolo contenuto in una soluzione alcolica a base d’acqua e a quello contenuto nel vino rosso, entrambi a gradazione alcolica dell’11 per cento. Il confronto evidenzia differenze nella tossicità indotta, molto elevata nei topini esposti a soluzione alcolica, minima o persino nulla in quelli esposti a vino rosso”.

Dai risultati della ricerca è emerso infatti che i topini nati da madri che avevano assunto solo vino rosso non presentavano problemi cognitivi, mentre nel caso degli altri tipi di soluzione alcolica si è riscontrata una completa compromissione dell’ippocampo e di altre aree cerebrali, nonché delle proteine NGF (Nerve Growth Factor) e BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor).

“Lo studio spiegherebbe anche perché, nei Paesi dell’area mediterranea, dove è maggiore il consumo di vino rosso, la sindrome feto-alcolica sia più rara rispetto ad altri Paesi industrializzati, dove il consumo di alcol in gravidanza si basa prevalentemente su altre bevande alcoliche”, ha concluso Fiore, che firma un articolo sulla rivista "Neuroscience and Biobehavioral Reviews". “Ciò non toglie che, in ogni caso, il consumo di alcol in gravidanza o durante l’allattamento debba essere assolutamente evitato.” (fc fonte "LeScienze.it)

venerdì 4 settembre 2009

Sparate di fine estate

L’estate è trascorsa tra le sparate agostane della Lega nord sui dialetti, le bandiere regionali e l’inno nazionale. Sì, quel brano che impariamo a farfugliare alle partite di calcio, e di cui qualcuno conosce gli autori solo grazie a una canzone di Rino Gaetano.

Poi, su Facebook è comparso un gioco intitolato Rimbalza il clandestino: uno sciocco trastullo estivo per militanti leghisti. Gli stessi che smentiscono la paternità di un’altra campagna ripugnante: “Immigrati clandestini. Torturali! È legittima difesa”.

Nel deserto vacanziero di un supermercato non stupisce, quindi, la vacuità delle riflessioni di una signora che chiacchiera con la cassiera e un altro cliente. Ed è più facile individuare l’origine delle frasi che la signora inserisce nelle orecchie dei presenti mentre riempie le buste della spesa: “Gli extracomunitari li prenderei tutti a calci nel sedere, via!”. Già, avrà in mente i giochi di cui sopra. “Che se li prendano tutti la chiesa e i comunisti”. Già, la prima faccia il suo mestiere, i secondi sono mangiabambini o terroristi islamici. “Noi italiani siamo troppo deboli, dovremmo riprendere in mano le mazze”. Già, i fucili erano caldi e pronti già a primavera dell’anno scorso. “Dobbiamo ribellarci e difendere il nostro paese. Ma purtroppo siamo in pochi”. Già, d’estate hanno sospeso le ronde a Milano.

Ma la Lega non si preoccupa solo degli immigrati. Un parlamentare europeo, noto per aver proposto carrozze della metropolitana riservate ai milanesi, afferma che per il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, “senza federalismo non ci sarà niente da festeggiare”. In attesa del 2011, nel Mediterraneo i migranti respinti dall’Italia continuano a morire. In effetti, in questo paese c’è poco da festeggiare.di Mihai Mircea Butcovan (fonte internazionale.it)

Mihai Mircea Butcovan,scrittore romeno che vive in Italia dal 1991

giovedì 3 settembre 2009

Società:-"Gioco: tassa sulla speranza o sulla disperazione?"di Pino De Luca-

Circa 8 milioni di Euro, ogni giorno, passano dalle tasche di un popolo alle casse del Superenalotto. La mirabolante speranza di “cambiar vita” grazie al colpo di fortuna pervade ogni livello culturale diventando endemica soprattutto tra coloro che non hanno null'altro che la loro disperazione.

Se aggiungiamo i gratta e vinci, le scommesse e altri “giochi di stato”, la massa monetaria che dalla schiena di poveracci, nelle tasche e nello spirito, transita verso biscazzieri di lunga pezza, che pagano allo Stato il pizzo per la concessione, diventa enorme.

Un affare gigantesco che trasforma una nazione intera in una gigantesca Las Vegas per morti di fame, dove ogni reato è permesso a chi se lo può permettere e la repressione verso i pezzenti diventa sempre più feroce. Di più, i ricchi e i potenti godono di impunità differenziate in ragione della casta alla quale appartengono. La legge sulla privacy e sulla dignità ha maglie diverse, se si tratta di reato di clandestinità si può andare in prima pagina con foto e ferite in primo piano, se si tratta di falso in bilancio o di corruzione di magistrato puoi esser dichiarato impunibile e nessuno ne deve parlare. E poi, nel gioco dei media e di pennivendoli di varia fortuna, tutto va nel dimenticatoio e avanti con il prossimo. Solo una domanda a titolo di esempio: chi si ricorda di Luca Bianchini e che fine abbia fatto?

E intanto il popolo bue dilapida quel poco che ha in tentativi inutili di “diventare qualcuno” grazie alla dea bendata, e segue le mirabolanti notizie dei telegiornali che ogni giorno ci ammanniscono con Jackpot stratosferici in concorsi così truccati (legalmente) che nemmeno i biscazzieri di Al Capone osavano fare.

Un momento di attenzione si può chiedere anche a menti frettolose alla ricerca dl Bingo: un gioco equo è tale se la posta è proporzionata alla probabilità di vincere. Nel Superanolotto ad una scommessa di un euro dovrebbe corrispondere la probabile vincita di oltre seicentomilioni di Euro e invece viene dichiarato dai media straordinario un Jackpot di poco più di centomilioni …

Lo spread tra giocate e monte premi è altissimo, ma le menti sono troppo offuscate dalla “sindrome delle favelas”.LEGGI TUTTO

mercoledì 2 settembre 2009

Immigrazione: Il frutto di una politica dell’esclusione...

Inseguendo un sogno

Almeno 13.250 persone sono morte, tra il 1993 e il 6 maggio 2009, nel tentativo di raggiungere la fortezza Europa. Durante il viaggio, nei centri d’identificazione, durante il rimpatrio forzato o una volta rimandati nel loro paese.

Non sono incidenti casuali o isolati, accusa l’ong United, che ha pubblicato un rapporto basandosi sui dati di Fortress Europe, ma il frutto di una politica dell’esclusione.

Leggendo l’elenco infinito, si riescono a intravedere le storie di ogni vittima. Vengono da paesi in guerra, dall’Afghanistan, dalla Somalia, genericamente dall’Africa subsahariana. Paesi che sporadicamente appaiono nelle pagine dei giornali, ma non commuovono più.

È la storia di Zaher Rezai, un giovane afgano di 13 anni, che qualche mese fa è morto schiacciato dalle ruote del camion sotto il quale si era legato per sfuggire ai controlli del Porto di Venezia. In una poesia trovata nelle sue tasche, ha scritto: “Tanto ho navigato, notte e giorno, sulla barca del tuo amore. Che o riuscirò infine ad amarti o morirò annegato. O mio Dio, che dolore riserva l’attimo dell’attesa, ma promettimi, Dio, che non lascerai finisca la primavera.(fonte Internazionale.it)